A specchio è una rubrica che analizza l’autoritratto fotografico.
A specchio nasce come un esercizio di poetica; si tratta di una rubrica in cui approfondisco fotografi e fotografe che hanno utilizzato l’autoritratto come conoscenza di sè creando arte.
Studio e condivido le loro storie per capire cosa li ha portati a creare e reinterpreto a modo mio i temi che hanno analizzato.
L’autoritratto è un argomento che riscuote molto interesse, penso che tutti noi abbiamo bisogno di conoscerci ed entrare in connessione con il nostro io più intimo.
Francesca Woodman è stata una delle prime artiste che ho studiato e amato quando mi sono avvicinata alla fotografia. Il suo lavoro mi ha sempre commossa, forse per il forte dialogo tra anima e corpo, per i contrasti della sua poetica e credo anche per la sua giovanissima età.
Ho intrapreso questo percorso per lasciarmi ispirare e creare, restando fedele a me stessa, provando a trasformare la quarantena in qualcosa di positivo attraverso la creatività.
A specchio è una rubrica/ricerca che mi farà uscire dalla mia comfort zone e spero ispirerà anche voi a creare.
Iniziamo. Chi è Francesca Woodman?
Nasce a Denver nell’aprile del 1958, figlia di una ceramista e di un pittore, Francesca ha appena 13 anni quando scatta il suo primo autoritratto.
Questa sua prima opera anticipa quello che caratterizzerà tutta la sua poetica: il corpo è il vero protagonista, ritratto mentre si relaziona con l’ambiente in una sorte di mimetizzazione del corpo con esso, fino a diventare evanescente e scomparire.
La ricerca della sua identità porta spesso Francecsa a spogliarsi e fotografa con estrema naturalezza il proprio corpo nudo.
Corpo e spazio, presenza e assenza, identità e cambiamento: sono i contrasti presenti nell’opera fotografica di Francesca Woodman.
Per Francesca Woodman la fotografia era del tutto personale: c’era sempre lei al centro del suo mondo e della sua ricerca estetica.
Non si trattava di narcisismo, piuttosto del desiderio di non essere dimenticata, in contrasto con la decisione di non mostrarsi o di nascondersi nelle sue foto.
Lei stessa scriveva che “ l’unico problema è che il mondo dell’arte ti dimentica se vai via cinque minuti”; forse andando via per sempre nessuno l’avrebbe più dimenticata. Si tolse la vita giovanissima a soli 22 anni senza mai sapere che i suoi autoritratti avrebbero cambiato la storia della fotografia e che nessuno si sarebbe scordato di lei.
Si conclude quì il primo approfondimento di A specchio, una rubrica che analizza l’autoritratto e la conoscenza di sè. Questo progetto è nato sulla mia pagina instagram, quindi se volete potete seguirmi anche lì <3
Spero vi sia piaciuto e se volete partecipare anche voi scrivetemi, vi assegnerò un fotografo da studiare a cui ispirarvi. #aspecchio
Be creative, Shana.