Brand identity: il colore giallo
Ogni colore suscita una sensazione precisa ed unica, oggi vi racconterò della personalità del colore giallo.
La sensazione delle note cromatiche viene percepita con grande precisione in modo simile alla percezione di quelle musicali. Così come una nota produce un effetto acustico chiaramente percepibile, allo stesso modo ogni colore suscita una sensazione ben definita.
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Matisse diceva che i colori sono delle forze ed il secondo effetto più importante della loro contemplazione sta nell’azione psichica e nelle emozioni che suscitano in noi. In questo modo i colori diventano “acidi” o “dolci”, “succosi” o “aridi”, “morbidi” o “duri”.
Come abbiamo visto negli altri articoli dedicati alla narrazione del blu e del rosso, i colori ci aiutano nella strategia di comunicazione e marketing.
In questi articoli ho deciso di soffermarmi sulle emozioni, le atmosfere che le sfumature emanano e come i colori vengono percepiti ed usati nell’arte, nel cinema e nella fotografia, insomma in tutto ciò che è visuale.
Il giallo
Il giallo è il terzo ed ultimo colore primario, si colloca nello spettro luminoso della gamma dei colori caldi, assieme all’arancio ed il rosso. Il giallo è uno dei colori che attrae maggiormente l’occhio, è ottimista, giovane, innovativo. È il colore che viene associato al sole, al calore, trasmette energia, vivacità e dinamicità. Favorisce la comunicazione ed invita all’azione, all’attività mentale, ecco perché è associato all’intelletto.
Se ti chiedessi di pensare ad una matita, come la descriveresti? Molto probabilmente avrai pensato ad una matita gialla perché ormai è entrata nel nostro immaginario come archetipo. Riccardo Falcinelli in Cromorama ci spiega da dove è nata questa percezione, facendola risalire al 1873 specificando come sia sorprendente che ancora oggi i due terzi delle matite prodotte e vendute sul pianeta siano gialle. Ci racconta anche un altro aneddoto, quello di un’indagine di mercato svolta in un ufficio americano dove vennero proposte delle nuove matite alcune gialle, alcune verdi. Dopo una settimana si chiese agli impiegati quale fosse la loro preferenza e la maggiorparte si lamentò di quelle verdi: perché la mina si spezzava, perché erano difficili da temperare e così via. Chiaramente le matite erano le medesime, cambiava solo la verniciatura esterna.
Il colore crea spesso un’aspettativa, un’idea, certe tinte diventano un archetipo, un tutt’uno con l’oggetto che le indossa, a tal punto che spesso è difficile pensarli separatamente.
Così la matita gialla è più matita di qualsiasi altra.
Ritratto femminile – Balliamo da sole
Il giallo nella storia
Il giallo è stato uno dei primi colori utilizzati in arte in quanto l’ocra era semplice da reperire. Gli antichi egizi dipingevano le loro divinità in giallo così che sembrassero fatte d’oro. Dal 14esimo secolo in poi il giallo è divenuto però simbolo di gelosia, invidia, un colore di cui non ci si poteva fidare. Il giallo mantiene tutt’ora questa doppia personalità, da una parte simbolo divino e solare, dall’altra rappresenta personalità negative, poco limpide.
Fotografie di Personal branding – Unica
Il giallo nel business
Nel marketing il giallo viene usato dai brand innovativi, giovani, dalle start-up o da quei business che vogliono comunicare dinamicità, come ad esempio Il National Geographic.
Il giallo è considerato un colore caldo, questo significa che emoziona maggiormente le persone rispetto a delle sfumature fredde. Contemporaneamente il giallo attira l’attenzione perché è il colore che si fa notare di più e provoca divertimento, allegria ed un senso di inclusione.
Parlando della doppia personalità del giallo, può apparire apprensivo, le persone spesso si sentono arrabbiate o irritate quando sono circondate da questo colore. A volte inoltre può ricordare la codardia, la follia, l’irritabilità.
Fotografie per business femminili – Unica
la doppia personalità del giallo
Il giallo in arte
Il colore giallo, simbolo di energia e forza divina, è stato scelto da molti artisti come dominate della loro poetica.
Uno dei primi artisti a cui penso è Klimt. Nella sua fase “dorata” utilizza il giallo oro come intarsi egizi e mosaici bizantini, ma l’oro in Klimt diventa simbolo anche dell’amore, il sentimento più prezioso per l’umanità. Gli sfondi dorati delle sue opere più famose non sono solo la scenografia di una gioia di vivere, ma anche il simbolo del più profondo dei sentimenti umani.
Gustav Klimt Ritratto di Adele_Bloch_Bauer , 1907, olio su tela, 138 X 138 , New York Neue Galerie
Il giallo era uno dei colori preferiti dagli impressionisti, da Matisse a Gauguin, dai Fauves e dai rappresentanti dell’arte astratta come Mirò, che generalmente erano alla ricerca di colori vivi e contrastanti. Il giallo in Matisse è dominante nell’opera “La gioia di vivere” del 1906. Attraverso quei colori primari Matisse esprime il desiderio di grazia e di armonia nel mondo.
«Il mio obiettivo è rappresentare un’arte equilibrata e pura, un’arte che non inquieti né turbi. Desidero che l’uomo stanco, oberato e sfinito ritrovi davanti ai miei quadri la pace e la tranquillità» – Henri Matisse
Come scrive Raffaella Stirpe “Voleva liberarsi da quell’angoscia che costringe l’uomo allo sconforto, al rassegnarsi ed accontentarsi, rinunciando così a vivere serenamente la vita. L’uomo non deve più subire l’esistenza, ma deve viverla nella sua totale bellezza, fondendosi con la natura in una specie di ritorno al primitivo. “
Matisse, La gioia di vivere 1906
Il giallo per Van Gogh era diventato quasi un’ossessione. Non in molti sanno che l’artista era affetto da xantopsia, una distorsione della percezione che gli faceva vedere il mondo intorno più giallo della realtà. Questo spiegherebbe l’ossessione per questo colore. Dal 1880 dipinse una serie di ritratti di girasole per decorare la sua casa gialla ad Arles, in questi dipinti tutto è giallo: i petali, lo sfondo, il vaso, la tovaglia.
Vaso con quindici girasoli, 1888
Il giallo nel cinema
Partendo dalla frase di Wassily Kandinsky tratta dal libro “Lo spirituale nell’arte” analizziamo qualche scena di film che richiamano il colore giallo.
“La visione diretta del giallo ci fa sentire ansiosi, eccitati e rivela la violenza del colore, che agisce prepotentemente. Un giallo così intenso è come il suono sempre più acuto di una tromba o quello sempre più assordante di una fanfara. Può rappresentare psicologicamente la follia, inteso come un eccesso di furia, una cieca irrazionalità, un delirio”
Uno dei miei film preferiti in assoluto è Little Miss Sunshine di Valerie Faris e Jonathan Dayton in cui il colore dominante è il giallo e nasconde diversi significati.
Il giallo viene usato come simbolo di ottimismo in contrasto a degli argomenti pesanti ed importanti come il suicidio e l’affrontare la perdita dei sogni, ma i registi ci inviano un segnale che qualcosa di positivo potrebbe esserci alla fine del viaggio anche per questo clan di underdog (sfavoriti). La protagonista è Olive, una ragazzina speciale, che ci ricorda il senso naive della vita, la bellezza dell’essere ingenui e se stessi, indipendentemente da tutto e tutti.
Locandina Little Miss Sunshine
Nonostante io non ami questo film, non possiamo non parlare di Kill Bill di Tarantino . Nell’iconica scena Uma Thurman è vestita di giallo e guida una moto gialla, con un sottofondo musicale di trombe (proprio lo strumento che Kandinsky ha associato a questo colore). Il giallo viene usato nelle scene d’azione e di follia.
Nel monologo di Emma Stone in Birdman il giallo assume ancora una nuova sfumatura, quella dell’insicurezza prima, della rabbia e del rimpianto di ciò che si è detto per rabbia.
Film Birdman
Il giallo nella fotografia
Per quanto riguarda la fotografia il lavoro di Franco Fontana è sicuramente da citare per l’utilizzo del colore nei suoi “paesaggi interiori”. Fontana scrive:
“Con l’aiuto del colore, la creatività diventa sinonimo di un movimento che genera vita. Ma il colore è anche sensazione fisiologica, interpretazione psicologica emozionale, ed è per questo fondamentale soprattutto nella fotografia. La forma è la chiave dell’esistenza, ed io cerco di esprimerla fotografando lo spazio, in correlazione con le cose coinvolte in esso. Lo spazio non è ciò che contiene la cosa ma ciò che emerge in relazione della cosa. Tutto ciò che ci circonda può venire ripreso per essere testimoniato con significato.”
© Franco Fontana – Basilicata, 1978
La sua composizione astratta di colori e forme geometriche, incanta lo spettatore e rapisce la sua attenzione. Fontana non documenta la realtà, la interpreta, con le sue fotografie va alla ricerca di una propria verità ideale, “ il paesaggio diventa un archetipo di ciò che significa. Non è una cartolina che vaga nel buio e nel vuoto infinito. Il paesaggio è l’autoritratto che si fa attraverso di me. Per parlare dell’albero bisogna diventare l’albero.”
©Franco Fontana – Puglia, 1987
Concludo l’articolo dedicato alla personalità del giallo con un’altra frase che sento molto mia di questa bellissima intervista che ti invito a leggere.
“La fotografia è un atto di conoscenza, è possedere quello che senti. Usi l’esterno, usi il mondo, per significare quello che sei, che rappresenti. Infatti, quello che si fotografa non è quello che vediamo, ma quello che siamo. Al mondo si scopre solo quello che ci portiamo dentro.”
Se ti è piaciuto questo articolo puoi leggere quelli dedicati al blu e al rosso.
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