Negli ultimi due anni ho dedicato molta cura e coltivato i laboratori di fotografia sociale e partecipativa che realizzo con varie Associazioni del territorio, trovando un mio metodo creativo per accompagnare i/le partecipanti a creare un progetto personale che risponda a delle domande, ma soprattutto sia una ricerca dentro sè.
Portare il cambiamento nel mondo attraverso la fotografia.
La fotografia sociale non è solo un mezzo per scattare immagini, ma un potente strumento di espressione e cambiamento. Attraverso i laboratori di fotografia partecipativa, le persone hanno la possibilità di raccontare le proprie storie, condividere prospettive uniche e dare voce a esperienze spesso trascurate.
La fotografia partecipativa è una metodologia che permette ai partecipanti di esplorare e rappresentare la propria realtà attraverso le immagini. Spesso usata in ambito sociale ed educativo, questa pratica incoraggia il dialogo e la riflessione su temi rilevanti per le comunità coinvolte.
Il valore dei laboratori: fotografia e inclusione per narrare la propria storia
Partecipare a un laboratorio di fotografia partecipativa significa mettersi in gioco, esplorare nuove prospettive e creare un racconto visivo che va oltre l’immagine statica. Durante questi incontri, i/le partecipanti non solo apprendono le basi della fotografia e della composizione visiva, ma vengono guidati in un processo di scoperta personale e collettiva.
L’atto di condividere le proprie immagini in un ambiente aperto e inclusivo favorisce il confronto, stimola il dialogo e permette di comprendere meglio le esperienze degli altri. Ogni fotografia diventa un tassello di un mosaico narrativo più ampio, dove emozioni, storie e vissuti individuali si intrecciano per creare un quadro collettivo di significati.
Il percorso non si ferma alla sola riflessione: le immagini e le narrazioni che emergono dai laboratori spesso prendono forma in progetti finali concreti, come mostre fotografiche, pubblicazioni o installazioni artistiche. Questi output non solo valorizzano il lavoro dei partecipanti, ma offrono alla comunità uno sguardo nuovo su temi e realtà che meritano di essere conosciuti e approfonditi.
La mia esperienza nel condurre laboratori creativi con adolescenti
Negli ultimi 5 anni al mio lavoro di fotografa ho affiancato quello di facilitatrice di percorsi creativi con adolescenti. Un esempio sono i laboratori di fotografia partecipativa “Pictures of Me” e “Sguardi di Pace”, che ho condotto durante i campi estivi di Mani Tese.
La fotografia diventa per i ragazzi e le ragazze uno strumento di esplorazione del proprio mondo interiore e di espressione delle proprie emozioni. Attraverso l’obiettivo, i/le giovani possono raccontare le loro esperienze, sfide e aspirazioni in un linguaggio visivo che spesso supera le barriere della comunicazione verbale.
Durante i laboratori con adolescenti, propongo esercizi creativi differenti, ad esempio:
- Autoritratti per esplorare la propria identità.
- Narrazione visiva di una giornata tipo.
- Progetti collettivi per documentare il loro ambiente, le loro relazioni sociali.
- Approfondimento di una tematica da sviluppare attraverso un racconto per immagini.
Questi percorsi non solo aiutano i ragazzi a sviluppare competenze fotografiche, ma favoriscono anche la crescita personale, l’autostima e il senso di appartenenza a una comunità.
Nei laboratori inoltre le fotografie facilitano nei soggetti l’emergere di riflessioni e l’individuazione, tramite la discussione in gruppo, dei problemi comuni e dei vari punti di vista.
L’idea alla base del laboratorio “Pictures of me” è nata dallo studio del Photovoice, una metodologia di ricerca e di azione sociale che ha l’obiettivo di approfondire i problemi di una comunità, stimolare la partecipazione e attivare il cambiamento.
L’obiettivo del laboratorio è stato quindi osservare il mondo che ci circonda, i più importanti fenomeni e sfide del nostro tempo e della società, raccontandoli attraverso la fotografia in modo personale e coinvolgente.
Laboratorio “Pictures Of Me”
Durante il laboratorio “Sguardi di Pace” le attività hanno permesso ai/alle giovani di pensare in modo critico al conflitto e alla pace dentro sé e nella loro comunità.
La fotografia svolge un ruolo importante nella gestione dei conflitti, ma da sempre viene posta poca attenzione al suo contributo alla Pace.
La domanda che ci siamo posti è stata: in che modo le immagini e la creazione di immagini vengono utilizzate per costruire la pace ed il dialogo? I/le partecipanti hanno dato una loro personale risposta sperimentando varie tecniche fotografiche e creative.
Laboratorio “Sguardi di Pace”
Durante i laboratori di fotografia sociale emerge il mio essere guida: io raramente scatto, accompagno le persone a creare qualcosa di personale, da cui emerga il loro pensiero.
Creatività nel penitenziario minorile
Collaboro con l’Associazione NATs per… Organizzazione di volontariato ormai da diversi anni realizzando progetti su svariate tematiche all’interno del penitenziario minorile.
“Nei suoi panni. Riprendo la mia storia con occhi diversi” è stato un progetto a 6 e più mani che ha previsto un laboratori di scrittura autobiografica tenuto da Cecilia Zuppini, un laboratorio di fotografia terapeutica che ho condotto io ed una parte di editing e grafica realizzata da Leonardo Marzi. Noi siamo state le guide, i protagonisti invece i ragazzi detenuti nel penitenziario minorile.
I partecipanti hanno sperimentato diverse tecniche fotografiche e di mixed media, come il collage creativo, la polaroid e l’autoritratto che hanno permesso loro di esprimere il proprio sentire, trovando il loro metodo per rappresentarsi. La fotografia terapeutica è uno strumento importante per raccontare il proprio vissuto e capire come si intreccia con il presente che si sta vivendo.
Laboratorio “Nei suoi panni. Riprendo la mia vita con occhi diversi.”
La macchina fotografica diventa uno strumento al servizio di chi la impugna, i ragazzi oltre ad aver sviluppato delle conoscenze pratiche, hanno appreso delle tecniche per raccontare se stessi in modo artistico e libero, affrontando temi come la percezione di sé e quella che l’altro ha di noi.
Lavorare con i ragazzi mi ha permesso di comprendere che la vita non va vista solo da un’unica prospettiva (la nostra) e sperimentare il non giudizio per me è stato essenziale per creare un rapporto di fiducia e comunicazione, non solo in quel determinato contesto, ma in tutti gli aspetti della mia vita personale e professionale.
La poesia è ovunque, basta invitare le altre persone e se stessi ad osservare.
Perché partecipare ai laboratori che propongo?
I laboratori di fotografia sociale non sono rivolti solo a fotografi esperti, ma a chiunque voglia esprimersi attraverso le immagini. Non si tratta di tecnica, ma di dare significato alle proprie esperienze e condividerle con gli altri.
Se sei interessato/a a esplorare il potenziale della fotografia come strumento di racconto e cambiamento, questi laboratori offrono un’opportunità unica per imparare, condividere e crescere.
Ho piantato Il semino che è sbocciato nella professionista e persona che sono diventata alle superiori partecipando ad un laboratorio di fotografia partecipativa da utente. Vedermi oggi dall’altra parte mi rende estremamente felice e consapevole del percorso che ho intrapreso e del filo rosso che unisce tutto. Ecco perchè scelgo di facilitare questi percorsi, nella speranza di seminare in qualcuno come è stato per me.
Hai mai pensato di raccontare la tua storia attraverso la fotografia?