Come la fotografia ti aiuta nel tuo viaggio dell’Eroina, nel tuo percorso di scoperta personale.
L’Eroina sono io, sei tu, è chiunque decida di affrontare le proprie paure, lasciare la sua zona di sicurezza ed immergersi in un percorso di crescita personale.
La mia visione del viaggio dell’Eroina
Il viaggio dell’Eroina è la risposta femminile di Maureen Murdock al più conosciuto viaggio dell’Eroe di Joseph Campbell. Campbell lo descrive come un percorso che consente all’uomo di superare delle prove, allontanandosi dal suo mondo ordinario per riemergere vittorioso e più consapevole di sè.
Questo vale anche per la donna, oppure il suo viaggio necessita di percorsi alternativi?
In questo articolo parleremo del viaggio femminile e come la fotografia sia una valida alleata nel processo di crescita personale.
Nel suo libro Maureen Murdock spiega come il viaggio dell’Eroina sia composto da dieci tappe, non necessariamente consequenziali.
Il percorso inizia con la separazione della donna dall’archetipo della Madre, che non la rappresenta e che non vuole diventare. Si tratta di una ricerca di identità che avviene quando la vecchia personalità non ci va più bene, ci sta stretta, quando ci sentiamo intrappolate.
Questa separazione dal femminile produce un’identificazione con il padre, il maschile, la donna indossa l’armatura e parte alla ricerca di sè. È solo entrando nel labirinto e scontrandosi con le proprie debolezze che comprende la necessità di essere e non di fare.
Lasciare la casa, la sua zona di sicurezza, permette all’Eroina di osservare e sperimentare le qualità positive che possiede. Il viaggio le permette di “trovare la sua verità, di scoprire il suono della sua voce e scegliere il percorso del suo destino”.
Il drago più difficile da affrontare è sempre la società che le fa intendere di poter fare tutto ciò che vuole, ma nella realtà continua a sabotarla con ideali femminili poco realistici, remunerazioni basse, promozioni lentissime e instillando in lei il mito di non essere mai abbastanza.
È solo trovando l’autonomia che ci si può fare strada verso la completezza.
“Quando la donna comprende che è abbastanza così com’è scopre uno dei segreti più veri del viaggio dell’Eroina”
Essere implica coraggio e richiede sacrifici ma è solo accettando il suo essere donna potrà raggiungere l’equilibrio fisico e mentale e l’unione degli opposti.
Per trovare la via verso sé è necessario scavare, avventurarsi nei nostri sentimenti più profondi, spingersi dentro di sé piuttosto che fuori. Questo è un viaggio sacro che permetterà all’Eroina di riconquistare parti perdute, di guarire e nutrire corpo e anima.
Onorando il suo corpo e la sua anima guarirà la propria ferita interna e la separazione da sé e dalla propria cultura.
Nella mia vita ho dovuto affrontare tante prove e sono sicura che anche per te è stato così. Sono caduta, mi sono rialzata senza lasciarmi prendere (troppo) dallo sconforto, accettando l’aiuto oppure fiorendo da sola.
In che modo la fotografia diventa un’alleata nel tuo percorso di crescita personale?
La fotografia non si limita a documentare, svolge anche un ruolo di mediatore nel processo di crescita personale. Ci sono svariati filtri sociali, culturali, di genere che non possono essere rimossi dalla persona che osserva, ecco perchè ogni fotografia può avere infiniti significati, in base a chi osserva.
Judy Weiser nel suo libro sulle tecniche di FotoTerapia usate in contesto clinico scrive “Ogni scatto ha storie da raccontare, segreti da condividere, memorie da portare alla luce” e non c’è verità più assoluta. Le foto che le persone scattano e custodiscono raccontano molte cose su di loro, costituiscono l’immagine riflessa del proprietario.
Weiser spiega come in FotoTerapia esistano 5 tecniche fotografiche che vengono utilizzate nel contesto clinico associate ad un percorso terapeutico. Sono 1. Fotografie proiettive 2. Fotografie del paziente 3. Fotografie scattate dal paziente 4. Fotografie del paziente scattate dal paziente (autoritratti) 5. Scatti autobiografici (spesso tratti dall’album di famiglia).
Non mi soffermerò sulle tecniche, ma sul fatto che le fotografie raccontano più di quanto crediamo, sulla percezione che abbiamo di noi stesse e di quella che pensiamo il mondo abbia di noi.
Balliamo da sole non è una Terapia, ma una pratica di empowerment e crescita personale che aiuta le donne in evoluzione nel loro personale viaggio dell’Eroina alla ricerca di un’immagine più veritiera, autentica, che le rispetta e rispecchia ciò che sentono.
Rivedersi con i miei occhi permette alle mie clienti di apprendere qualcosa di nuovo su loro stesse, cose di cui non erano consapevoli nel momento dello scatto. In questo momento avviene la trasformazione, la metamorfosi. Il mio obbiettivo è quello di mostrarti una nuova parte di te, che non avevi visto prima.
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